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Come farsi del male da soli e vivere infelici e scontenti (seconda puntata)

Lettera Politica N. 553

 

Ai Russi, l’Italia è sempre piaciuta. Basta andare a Venezia all’isola di San Michele, l’isola cimitero, e vedere nel settore degli ortodossi quanti nobili russi hanno deciso in passato di trascorrere l’eterno riposo in terra italiana, anzi veneziana,

Non solo nobili ante rivoluzione bolscevica, ma anche grandi personalità della cultura moderna come il compositore Igor Stravinkij, il coreografo Sergei Diaghilev, il poeta Josip Brodsky. Stravinskij, morto negli Stati Uniti verso la metà del secolo scorso, lasciò specifiche disposizioni di essere portato a Venezia e tumulato a San Michele.

Con la nuova Russia, caduto il comunismo, sono subito arrivati coloro che avevano i mezzi per il soggiorno ed è noto che hanno acquistato da noi delle lussuose ville. Fra questi, uno dei più innamorati del nostro paese è un certo Arkady Rotenberg. Per gli Italiani è un illustre sconosciuto, ma per i suoi compatrioti è il miliardario al 27º posto nella classifica dei più ricchi della Russia, con entrate che si aggirano annualmente sui 4 miliardi di dollari ovvero circa 3,1 miliardi di euro. La sua specialità sono i lavori di costruzione; così ha realizzato  in Russia grossissime infrastrutture come gasdotti e impianti sportivi per i giochi olimpici di Soci -questi ultimi eseguiti al suono di  7 miliardi di dollari-. In Italia Rotenberg ha investito circa 30 milioni di euro fra un hotel di lusso al centro di Roma,  una casa nel centro di Tarquinia e tre ville in Sardegna ed è probabile che avrebbe continuato ad investire. Ma cosa si sognano di fare i burosauri del Tesoro italiano? Si sentono di colpo dei piccoli napoleoni alla conquista di Mosca e, all’indomani della decisione idiota delle sanzioni, pensano bene di sequestrare tutto il patrimonio di Rotenberg: un provvedimento di solito preso solo in tempo di guerra nei confronti di cittadini di un paese nemico, cosa che la Russia non è e speriamo non diventi mai.  E qui c’è scappato  un doppio errore: oltre a fare un insulto a una persona che ama il nostro paese (non sono poi molti) hanno fatto anche un grave sgarbo ad un fraterno amico di Vladimir Putin, con il quale in passato egli  praticava lo judo.

Per Rotenberg il sequestro  sarebbe ininfluente perché il Parlamento russo, la Duma, si appresta a votare la “legge Rotenberg”, come la chiamano, che stabilisce il risarcimento da parte dello Stato agli uomini d’affari che hanno subito la confisca dei loro beni all’estero a causa delle sanzioni imposte dall’Unione Europea e da Obama alla Russia. Resta lo sgarbo.

Si tratta della seconda puntura di spillo che Renzi rifila a Putin.: la prima è stata l’appoggio dato dall’Italia al gasdotto “Nabucco” sostenuto dagli Americani e inviso a Putin, anziché al “ South Stream”, la cui realizzazione sta particolarmente a cuore al capo del Cremlino,

Sino ad ora ce la siamo cavata relativamente bene: Putin che, si badi, ci fornisce il 25% del nostro fabbisogno di gas per l’inverno, non ha incluso fra gli articoli bloccati la nostra moda e i nostri vini,  ma la domanda che potrebbe farsi  sarebbe quella ciceroniana: “fino a quando – Italia – abuserai della nostra pazienza?”

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