Che cosa dicono i risultati delle elezioni regionali nella provincia di Verona? Ci dicono che Verona è di destra. Non è una novità, ma dato ormai per assodato che Lega e FdI sono due partiti di destra, visto che la Lista Zaia, tutta composta da iscritti alla Lega è quindi della stessa natura, considerato che Forza Italia è ridotta ai minimi storici, il 78,4% ottenuto dalla coalizione che sostiene Zaia parla da solo. Poi lascia che facciano tutte le trasmissioni che vogliono sui veronesi fascisti o razzisti, nell’evidente intento denigratorio di corrodere il consenso della destra attraverso pressioni”esterne”, ma il substrato politico, sociale e culturale di Verona, ancor più che del resto del Veneto, è di destra. Anzi, quelle trasmissioni, quegli articoli hanno avuto l’effetto contrario: quello di produrre un’identificazione più o meno consapevole fra i veronesi e la destra. E i risultati lo dimostrano. Una destra, bisogna dirlo, che pur allo stato latente è sempre esistita. Stava destro la Balena Bianca e nel Movimento Sociale Italiano durante la Prima Repubblica, e in Forza Italia nella Seconda. Oggi, grazie a Lega e FdI, si manifesta in tutto il suo peso. Se ne può discutere quanto si vuole, ma quel 78,4% parla da solo. E a voler ben guardare, a cercare di capire le basi di questo fenomeno destinato in un modo o nell’altro ad influire anche sul livello nazionale, si deduce un dato fondamentale di cui, specie per chi fa politica, si deve tenere conto. Questa destra si basa su due pilastri: quello della destra cattolica, ex democristiana e quello della destra sociale ex missina. Sono queste le due componenti della destra che vince. Chi pensa di scomporla enfatizzandone differenze e sfumature, fa solo un servizio alla sinistra.

Il voto di Verona
Lettera Politica N. 191
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Caro Danieli, aspettavo un commento, però, anche sulla vittoria del SI ….. sull’esultanza della Meloni, che, come avevo avvertito, aveva dato indicazione di votare sì, anche a Casali…
Scusami caro Paolo…. Ma che c’entrano polato e Casali con la destra..? . Furba la meloni a portarsi a casa i voti…. Ma tutto ha il suo prezzo. Verona sarà rappresentata in regione da due democristiani convinti… Che di destra hanno solo la mano. . Finisco con una considerazione sul fatto dei corsi e ricorsi della storia…. Polato sta a fdi come giorgetti stava a fi….. Fame di soldi….. Neanche più di potere. A giorgino daranno qualche ente… In fondo non può rinunciare a 12mila euro al mese di punto in bianco dopo 25 anni….potrebbe avere una sincope…. Forse si comprerà una giacca nuova…. . Ed io da sempre pago 100mila euro di tasse all anno… Per essere rappresentato dal participio passato di pollo. Ricordati che i personaggi citati non hanno mai lavorato per il bene comune. Ma sempre e solo per loro. E continueranno a farlo. Camerateschi saluti.
Caro Paolo,
se esistono due pilastri della destra non comprendo per quale motivo tu abbia deciso di appoggiare la destra cattolica e non la destra sociale e così oggi in Regione c’è solo la destra cattolica che quando avrà conquistato il partito di saluterà senza ringraziarti. Peccato!
Domanda legittima, caro Alberto. Rispondo volentieri perché mi offri l’occasione per spiegarlo anche ad altri che si pongono il medesimo quesito. Confermato che questi due pilastri sono necessari alla costruzione di una grande destra da affiancare alla Lega in regime di concorrenza fattiva, e che quindi le due anime devono convivere, alle elezioni appena concluse abbiamo scelto di fare un’operazione politica che permettesse a L’Officina di poter crescere ulteriormente in termini numerici e di diventare il punto di aggregazione di alcune componenti che sono entrate da poco in FdI. Abbiamo valutato i candidati. Oltre alla Maddalena Morgante, che essendo de L’Officina era la nostra candidata naturale, abbiamo scelto l’abbinamento con Casali perché è stato l’unico candidato che ha accettato di perseguire il nostro stesso progetto politico e che di recente ha preso posizioni come le nostre su alcune vitali questioni di politica locale (Agsm e Aeroporto). Della destra sociale in lista c’era il solo Mariotti, che nonostante le posizioni negli enti che ricopre e l’ininterrotta presenza sulla scena politica da 30 anni ha avuto un risultato non esaltante. E poi si potrebbe discutere a lungo sul fatto che non ha l’esclusiva della destra sociale in quanto essa è rappresentata anche ne L’Officina. La scelta che abbiamo fatto era l’unica possibile, anche se ha vinto Polato, da cui ci divide la posizioni su questione veronesi di importanza strategica. Rispetto alle europee dello scorso anno abbiamo quasi raddoppiato i voti e l’alleanza con il gruppo di Verona Domani ci permette una maggior agibilità sulla scena politica di Verona e provincia, specie adesso che ci sarà un tagliando dell’amministrazione comunale. Sul partito vigiliamo costantemente affinché non si verifichino appropriazioni indebite e il nostro aumentato peso elettorale – anche indiretto- ci legittima ulteriormente a far sentire la nostra voce. Certo che se da sola L’Officina avesse il 51% o fossimo organizzati per prendere il potere da soli di tutto questo non avremmo bisogno. Ma finché le cose stanno così siamo obbligati a fare delle alleanze. Naturalmente sono a disposizione per dirti a voce molto, ma molto di più
Caro Paolo,
quando vedrò le persone che hai nominato appoggiare una tua candidatura, ovvero quella di un uomo della destra sociale, mi ricrederò. Ad oggi ritengo che a breve tradiranno e, certamente, non sentiranno il bisogno di passare dal confessionale. Tradire un uomo della destra sociale, nelle loro scala dei valori, non e’ e non mai stato peccato, anzi e’ occasione per dimostrare la loro “rettitudine e altezza morale” al burattinaio di turno.
Il popolo, a mio avviso, non aspetta altro che poter essere rappresentato da persone con la tua struttura culturale e i tuoi valori. Mai la destra sociale come ora può raccogliere consenso! Non è il momento di esitare!
In altre parole attendo questo tuo passaggio che inevitabilmente richiede l’unione di tutte le anime della nostra destra per ritornare parte attiva della tua associazione.
Con stima,
Alberto
Ti chiamo presto per un caffè
Beh, che vincesse il SI era scontato. FdI e tutti gli altri partiti avevano sbagliato a votare la legge grillina in Parlamento: non si va mai sotto la bandiera del nemico! Poi hanno perseverato nell’errore dicendo di votare Si. Qualche tentennamento verso la fine. La cosa è stata gestita molto male. Nè la Meloni né gli altri partiti hanno capito che il referendum andava politicizzato come era stato fatto con quello di Renzi. E così è stata lanciata una ciambella di salvataggio ai cinquestelle cui attaccarsi nel disastro elettorale delle regionali. In ogni caso un 35% di NO, nonostante i partiti, è un successo. Ma soprattutto è la dimostrazione che questo Parlamento che aveva votato per il Si al 100% non è più rappresentativo del paese reale