Per poter fare uscire il nostro Paese dalla palude del pensiero unico, o perlomeno neutralizzare i nefasti effetti della sinistra, che il pensiero unico cavalca, e poi ripartire, non servono a nulla i tragicomici Stati Generali. L’Italia che oggi abbiamo sotto agli occhi zoppica vistosamente e non potrà andare lontano. La nostra economia è a pezzi e genererà immancabilmente migliaia di morti, che non faranno più notizia.
Che cos’è e cosa è sempre stata questa sinistra moderna? È l’aspirazione a un mondo che non esiste, psicosi, ipocrisia per mascherare interessi personali di bottega, ammantandosi in alti ideali. Che cos’è la destra? La ricerca di soluzioni ai problemi reali della nostra società, tramite soluzioni pratiche. Studiare il mondo com’è e non come vorremmo che fosse.
Un articolo di Marcello Veneziani su Libero chiarisce le idee a chi vorrebbe cambiare l’Italia. Veneziani dice che: “La destra è piazza e urna; la sinistra è salotto, terrazza, poteri, cattedra, pulpito, sacrestia, editoria, libro, premio, film, tribunale, teatro, tendenza, regime, anarchia, eccetera”.
Ecco spiegato il problema del perché la lotta è dura e lunga, si tratta di Davide che affronta Golia con una fionda. In realtà per spostare la nostra società, le destre non si dovrebbero concentrare sulla semplice occupazione di cariche politiche. Bisognerebbe lanciare una Kulturkampf non contro la Chiesa Cattolica ma contro al pensiero unico di sinistra, appiattito su pochi concetti che se non sono condivisi da tutti, vengono censurati. Basta osservare Rai1, Rai2, Rai3 tutte uguali, anche nel palinsesto.
Prosegue Veneziani: “Non dico che si debba creare un’egemonia culturale uguale e contraria, ma almeno avere due chiavi di lettura diverse della realtà. Non dico che si debba riuscire nella titanica impresa, ma nemmeno provarci, però, è imperdonabile. E se non si affronta questa contesa su questo piano, l’atteso cambiamento si riduce a una piccola roba di breve respiro, che non lascia tracce. Non ci cambia la vita se Salvini o Meloni vanno al governo; invece cambia davvero se qualcosa muta nelle idee dominanti, nella vita reale, nella mentalità dell’epoca”.

La kulturkampf della destra
Lettera Politica N. 827
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Bisognerebbe lanciare una Kulturkampf non contro la Chiesa Cattolica.
Non sono assolutamente d’accordo su questo punto: proprio la Chiesa Cattolica è il nemico numero uno dello sviluppo e del progresso sociale culturale ed economico dell’Italia. 1600 anni di storia ne sono l’indelebile testimonianza.