La mia azienda chiude. Il sogno di mio padre svanisce. L’avidità dello Stato e la miopia di governanti inetti ha vinto. La qualità non ha pagato. Essere rimasti onesti non è servito. Altre persone senza stipendio. In Italia non c’è futuro. Non è giusto.
Mentre non riesco a trattenere le lacrime, sono queste le frasi che mi rimbalzano nella testa e me la spaccano in mille pezzi.
Voglio raccontare che cosa si prova quando un giovane vede svanire il sogno imprenditoriale, il sogno di creare posti di lavoro, il sogno di portare avanti i sacrifici di un padre. Il sogno di essere attori del ben-essere di un territorio. Ed è ciò che sto vivendo.
Quando tre anni fa ho accettato di prendere in mano le redini dell’azienda la situazione non era facile e sapevo che il rischio di perdere la sfida era alto. Ma fissati gli obiettivi e definite le tappe per raggiungerli in poco tempo sono riuscito ad ottenere molto di più di quanto mi aspettassi e stavo per uscire da una fase di riassetto aziendale ad una fase di sviluppo che seguisse precise direttrici: politica commerciale, internazionalizzazione, innovazione, eco-sostenibilità. Ma non avevo fatto i conti con un fattore esterno che ha lanciato la sua scure sulla nostra testa: lo Stato.
La pressione fiscale al 64% è ormai un dato acquisito, l’insensatezza degli studi di settore pure ed è inutile che mi dilunghi sul peso della burocrazia in Italia. Ciò che però ha determinato mortalmente il proseguo del sogno imprenditoriale è stata l’inettitudine di politicanti-burattini che a livello centrale hanno accettato i capricci di Usa, UE, Francia e Germania in materia di politica estera. Tutto ha avuto inizio con le tensioni ucraino-russe in Crimea, il cui apice è stato raggiunto con le stupide sanzioni imposte a Mosca, la svalutazione del 30% del rublo e il conseguente contro– embargo che la Russia ha fatto su settori strategici per il made in Italy e il basso veronese come arredamento, ortofrutta, latticini. Quando nell’estate 2014 abbiamo avuto notizia di queste decisioni a livello europeo, a mio papà ho detto che dovevamo prepararci a tempi duri e cercare di prendere le necessarie contromisure in tempo. Game over. Una piccola impresa come la nostra non aveva la forza né le risorse per cambiare repentinamente mercati di riferimento così come fanno i grandi gruppi industriali. E il fatturato inizia a scendere, prima del 25% nel 2015, poi del 50% nel 2016, e del 65% negli ultimi mesi fino a che per ottobre ci siamo trovati a non avere alcun ordine di lavoro. Zero.
Non sono serviti gli interventi di risparmio energetico, il controllo serrato dei costi, e i licenziamenti in quattro mesi della metà dei dipendenti. Si chiude.
E allora si apre la voragine della depressione, della frustrazione, del senso di fallimento che logora la mente e stringe il petto come per la morte di una persona cara. Otto persone che nel giro di un anno hanno perso il lavoro. Otto famiglie che hanno perso una fonte di reddito. E ciò che fa ancora più male è sapere che chi ha cinquant’anni con una licenza media e per tutta una vita ha lavorato nel mondo del mobile, oggi completamente in crisi, difficilmente troverà nuova occupazione. La povertà è dietro l’angolo.
E allora si apre la pericolosa porta della rabbia e dei cattivi pensieri per cui si è tentati a gesti estremi se non fosse che si è attorniati da persone che fanno da cuscinetto, se non da sfogatoio.
La mia azienda chiude perché ha sempre lavorato di qualità, come sanno fare i cultori del made in Italy. La mia azienda chiude perché ha sempre pagato le tasse mentre committenti della Sicilia si presentavano in ufficio per dire che loro “lavorano per il 99% con il nero”. La mia azienda chiude perché non ha voluto cedere alla guerra del prezzo, altrimenti detta guerra tra poveri che ammazza i poveri ed ingrassa i soliti ricchi.
La mia azienda chiude perché lo Stato, oltre a fare la parte del socio occulto di maggioranza, si è permesso il lusso di penalizzare settori strategici per le economie dei nostri territori strutturate per distretti produttivi sanzionando partners strategici come la Russia. E quando un distretto muore, un territorio sta morendo.
Per questo aver visto Renzi a Treviso che elogiava le imprese in una delle terre con il maggior numero di suicidi tra imprenditori, e aver sentito Benetton che voterà sì al referendum mi fa una gran pena. Perché a pagare il prezzo della stupidità politica sono tante, troppe aziende come la mia.
Né Renzi, né Boschi né i leccaculo di questo governo si sono mai dimostrati realmente interessati a togliere le sanzioni alla Russia, diminuire la pressione fiscale infame, migliorare i servizi da terzo mondo e garantire un’effettiva libertà d’impresa.
Infatti i nostri giovani sono costretti ad emigrare al ritmo di 100mila l’anno mentre ci riempiono l’Italia di “risorse”, e chi rimane ha la prospettiva di un lavoro ormai senza tutele con stipendi da fame.
Le leccate reciproche tra il Benetton di turno e il ducetto fiorentino stridono maggiormente quando la Caritas denuncia l’aumento della povertà in Italia, e la Camera di Commercio di Verona segnala l’aumento di imprese straniere a fronte di una costante diminuzione di quelle italiane. Ma ricordiamoci sempre che siamo noi i razzisti.
Lo Stato ha dichiarato guerra ai piccoli imprenditori, alle famiglie, ai giovani, ai bambini, agli anziani. E’ lo Stato anti-sociale contro il quale bisogna unirsi e ribellarsi, prima che sia troppo tardi.

La mia azienda chiude: grazie Renzi!
Lettera Politica N. 107
2260622 visite totali 99 visite oggi
191
Caro Diego, leggo con tristezza queste tue parole. I giovani che si prendono il rischio di creare qualcosa, o di portare avanti quello che la generazione precedente ha fondato, andrebbero sostenuti, tutelati e premiati. Non penalizzati. Uno stato che toglie il lavoro toglie dignità e futuro. Fa passare la voglia e la possibilità di formare una famiglia. Ti abbraccio, sicura che tu sia una persona in gamba e che, anche grazie al sostegno di tua moglie e delle persone a te care, riuscirai ad affrontare questa spinosa e penosa situazione.
Buondi,
Mi addolora leggere queste parole scritte con la passione di chi suda ogni giorno.
Se puoi trova la spinta per essere ancora protagonista della tua vita.
La qualita e la serieta paga sempte.
Per adesso ti auguro una buona vita.
Saluti da un sognatore
Caro Diego io da 1 anno ho chiuso e mi sono trasferito in Bolivia e devo dire che ne è valsa la pena. qui la situazione fiscale e legislativa, benchè terzo mondo, NON è assolutamente ai livelli italiani. VIVI! con tanto, con poco ma vivi e non hai paura ogni volta che arriva il postino che ti arrivi una cartella equitalia, un autovelox da qualche centinaia di euro ecc. ecc.
Certo nemmeno qui è il paradiso, cercare manodopera meglio che non ti dico però… PERO’…
prima di fallire e vedervi portare via tutto dalla banca, prima di suicidi insensati che portano solo dolore ai familiari, pensate che c’è un veneto dall’altra parte del mondo che in meno di un anno è ripartito e che vi può aiutare.
Ciao
non sono più giovane, ma ho passato la stessa esperienza: azienda di elettronica avanzata hi-tec, siamo arrivati ad una punta di 43 dipendenti, stavamo facendo i salti mortali dopo essere scesi a 12 persone, 12 famiglie che ho visto nascere, avendo sempre assunto tutto il personale quando avevano 16/18 anni. Dopo 25 anni di lavoro “vero”, investimenti esagerati per stare al passo con i tempi, dopo mille e mille vessazioni che conosci bene, arriva l’Agenzia delle Entrate e si inventa un’evasione mostruosa …. oltre 300 mila € di multa, per non aver commesso il fatto!! Ho chiuso, salutato tutti e partito per ricostruirmi una vita con il lavoro all’estero! Mai più Italia, cara e corrotta patria che ormai non é più la mia. Questi 4 venditori di noccioline che fanno e disfano leggi,regole,politiche, sono dei ciarlatani che giocano con la nostra vita: tu sei giovane, ti auguro di ripartire in altro modo, ma ricordati sempre questa lezione di morte: il tuo Paese non é il tuo, ma il loro !
Stiamo sostenendo la battaglia di Luciano Dissegna per salvare la PMI e riportare il sustema alla legalità
Ho costituito e guido Imprenditori Emiliani
Dobbiamo alzare la testa.. unitevu a noi e per qualsiasi informazione sono a disposizione
Luisa Catellani
Imprenditori Emiliani
Su Facebook
E che dire di noi italiani? Non siamo anche noi RESPONSABILI di quanto vi/ci accade?
Abbagliati dalle multinazionali ubicate a ridosso delle nostre città, provochiamo ingorghi alla apertura dei loro mega-negozi oppure pigri, preferiamo un click on line e…. il pacco, SUBITO, ci verrà recapitato! Che gioiaaaaa! Ci dice la TV!
Questo nostro Stato, ora in mano a veri criminali è diventato un vampiro da cui è difficile difendersi, ma abbiamo in mano una grande possibilità: la facoltà di scegliere a chi e come destinare i nostri soldi. Alle multinazionali o ai nostri Fratelli Italiani?
Lo Spirito con qui suo padre ha creato la vostra azienda continua ad esistere e spero che dalle ceneri risorga come l’Araba Fenice, più forte di prima.
Auguri!
vorrei correggere “….qui suo padre….” con “…cui suo padre…”
Scusate l’errore.
E’ una storia comune. L’idea che sta alla base di queste scelte politiche in campo europeo è che l’industria hi-tec spetta alla germania l’alimentare alla Francia, mentre la subfornitura e gli accessori a bassa tecnologia al resto d’europa. E’ il modello renao di Prodi. Grandi aziende, grandi produzioni, tutto il resto è obsoleto e va cancellato (piccole e medie aziende e partite iva). L’eurozona è solo questo!! L’eurozona è liberista e ricalca il modello americano delle multinazionali. A loro tutto agli altri niente. Siccomel’Italia è un protettorato, non può opporsi alla sua distruzione, nemmeno alla sostituzione etnica dei suoi abitanti. Il gruppo centrale ritiene le popolazioni italiche geniali, ma incontrollabili. Quindi si piglia i marchi e le produzioni migliori, le si porta all’estero ed il resto va cestinato. Non è colpa o scarsità degli imprenditori italiani, ma è la volontà politica europea che persegue la distruzione del tessuto produttivo alla base dell’Italia. Ricordiamoci che gli italiani si sono schierati contro lo stato, nel mentre le multinazionali si sono appropriate dei poteri statuali e li usano contro i cittadini. Lo Stato Forte serve ai cittadini ed ai piccoli e medi imprenditori. Mentre le mutlinazionali vogliono uno stato assente e soprattutto piegato alle logiche di mercato. Che tutto sono tranne che democratiche.
Forza Diego, non mollare !! Un grande in bocca al lupo !
Aggiungerei, oltre ad uno stato di burattini incompetenti, un popolo di furbetti dove, chi può, sicuramente non tutti, a modo suo evade un po qua ed un po la, allegramente…
Lo si é fatto fin dagli anni sessanta, e lo si fa oggi. C’È chi evade il bollo, chi evade il canone, chi la tassa sulla prima casa, il dottore che non fa la fattura o chi non se la fa fare per pagare meno… Evviva, che sarà mai un po di evasione, mica sono un miliardario, quelli si che evadono ed anche molto
Caro Diego sono solidale con te avendo un fallimento alle spalle per colpa della GDO che ci pagava ogni 90 giorni il ,50% delle fatture emesse e imponendoci allo sconto su fattura presso l Unicredit con tassi da usura. Risultato: fallimento di un azienda del settore ittico che dava lavoro a 7 famiglie. Rialzo la testa e apro una pescheria: alta qualità del pescato bella clientela ma … Viene l ASL preleva un campione di gamberi e rilevano una quantità maggiore di solfiti rispetto a quella consentita dalla legge. Premesso che i solfiti li mettono i pescatori e io munita di bolla del mercato ittico.Denuncia penale e una consistente multa. Caro Diego di siciliani onosti ce ne siamo tanti e anche noi siamo penalizzati da questo sistema di ladri di infimo ordine . Signor Renzi ha firmato una legge che dice che se l ASL controlla più di 2 volte al mese un ambulante abusivo l ente diventa uno stalker. Ditemi voi…
Sono dispiaciuto di quanto ti sia accaduto, ma non ho letto nemmeno una parola di autocritica… basta con sta storia che è sempre colpa degli altri! Forse è il momento di iniziare a capire che quello che funzionava vent’anni fa non funziona più. E se non sono gli imprenditori i primi a cambiare e fare innovazione non è sicuramente colpa di Gargamella.
In bocca al lupo comunque per il tuo futuro.
Andrea dovresti lavati la bocca prima di parlare.
Purtroppo anche una volta pensavo anche io così, ma purtroppo è tutto vero. Anche io ho subito una cosa dallo stato che mi ha messo in ginocchio. lo stesso stato che dovrebbe tutelarmi. LO stesso stato che dovrebbe fare quello che ha fatto a me a vere aziende ddisoneste. Invece no. QUINDI penso che alla fine ci sia un quadro a tutto questo. Far morire l’imprenditoria onesta. …l’artigianato e le eccellenze italiane forse a favore di altri.
Vero quello che dici. Ti dimentichi però che le assurde sanzioni alla Russia con relativi danni catastrofici soprattutto per le aziende italiane, sono state firmate da questo governo. Bastava il veto per evitarle. In compenso è stato firmato l’accordo per dare miliardi alla dittatura di Erdogan. Questo per dire che le responsabilità politiche, poco pubblicizzate ma che causano la morte dell’economia italiana, sono enormi.
Carissimo, benvenuto nel mondo di merda creato a doc dai nostri politicanti. Se leggi la storia del FLAB ( lo trovi su FB) capirai che siamo in tanti ad aver fallito ma nn per colpa nostra. io e mia moglie nel 96 abbiamo creduto nel cambiamento, settore tessile abbigliamento. Ci siamo visti crescere i laboratori cinesi sotto casa mentre i controlli dell’ispettorato ci facevano le multe per la mancanza di salvadito. Seguiamo un’ utopia…. mi dispiace, anche ni con una figlia dell’ ottantanove……. buona fortuna Alex
[…] […]
Se qualcuno non l’avesse ancora capito, il PD (comunque ex comunisti), ce l’ha a morte con gli imprenditori (i paroni per dirla in dialetto veneto), senza capire che senza i “paroni” non ci sono neanche gli operai.
So cosa si prova, poi sono ripartito nella green economy fondando http://www.grandasmart.it e vorrei condividere opportunità con chi voglia ripartire.
Vai in Argentina, dove sono nato e cresciuto fino ai 20 anni, e dove vivono milioni di italiani, compresi milioni di veneti, Argentina è una seconda Italia che ha sfamato e dato benessere a milioni di immigrati. Io ci sarei tornato se non fosse che il mio lavoro qui è sicuro e ho comprato casa, e tra 7 anni vado in pensione. Ma mi trovo un figlio di 31 anni che lavora a “singhiozzo” con periodi di disoccupazione lunghi e contratti di lavoro del c…….Provaci, contatta il consolato argentino a Milano, si occupano anche di questo. E in bocca al lupo !
Ciao Diego,
sono dispiaciuto per quanto ti sia accaduto, purtroppo questa e’ l’Italia unita del cavolo che si ribadisce ogni volta che si suona l’inno ma che alla fine e’ schiava di un sistema politico che esegue gli ordini di un’altro stato.
Nell tua lettera hai toccato tutti i punti chiave che stanno caratterizzando l’Italia e l’Europa.
Io sono uno dei tanti italiani con piu’ di un mestiere che e’ stato costretto a “scappare” via perche’ con i soldi dello stipendio non riuscivo neanche a pagare le spese, mentre i politici, loro si’ che sono furbi, gli stipendi se li decidono da loro stessi!
La classe politica italiana mi fa SCHIFO!
Se hai la possibilita’ di scappare via, io ti consiglio di andare in qualche paese NON capitalista e inoltre che non sbandieri la carta della democrazia, mi riferisco a quei paesi che stanno opponendo l’allargamento a macchia e il furto di atre nazioni con le guerre e tutto questo in nome della democrazia!
Ciao Diego
la tua lettera piena di voglia di salvare ancora qualcosa mi commuove… durante un periodo della mia vita incontrai un imprenditore… un uomo che mi interesso’ essendo pure io una business woman . Mi racconto’ che perse tutto tre volte nella sua vita, poi si rialzò nuovamente ! La morale di tutto ciò e’ che non e’ facile e ti capisco ma e’ ancora possibile fare qualcosa come si dice fin che c’è vita c’è speranza! Amo l’Italia na anche io sono una di quelle che non ci vive piu’ e mi sono trasferita in Inghilterra da un po’. Ho un attivita’ anche io e le mie paure sono le stesse di qualsiasi imprenditore! Continua a sognare con i piedi per terra e ti prego non ti abbattere! Traine una lezione e fai qualcosa della tua esperienza! E vedrai (visto che sei una persona brillante e focus) tutto ansa per il verso giusto! Conta su di me se hai bisogno! Imbocca al lupo
Non accuserei i siciliani. È triste la tua storia ma non farei accuse poiché di siciliani onesti che pagano le tasse ne trovi tantissimi. Parlerei invece di cinesi che hanno distrutto tutto con i loro costi. Mi dispiace tantissimo ma non facciamoci la lotta tra italiani. Auguri
Buongiorno Signori.
Sono un imprenditore veneto che ormai si è trasferito in Ucraina e ho sviluppato contatti con varie istituzioni scrivo per chi ha intenzione di guardare oltre o di trovare nuove strade.
Spesso situazioni di grave disagio non vengono affrontate per vergogna, poca conoscenza, ingenuità e lo spazio della via d’uscita si restringe a tal punto da diventare un vicolo cieco.
Cordialmente
Giuseppe
sono uno dei tanti che ha chiuso male dopo trent’anni di lavoro in proprio,,,che dire ? nulla….un abbraccio….
Mi dispiace molto…((. Anche mi dispiace che non c’è futuro in Italia con tali politici e un tale corso marionette. Mi dispiace che ” made in Italia” perde la sua popolarità e la sua qualità, che chiude le piccole e medie imprese per le quali le loro imprese – la loro vita. Made in Italia si sta trasformando made in Cina. Il paese si sta trasformando in un paese del terzo mondo, un paese per rifugiati e migranti che non danno nulla al’Italia, anche ad altre paese europeo: solo distruggere e godere dei benefici e delle risorse. Io amo l’Italia come amo la mia patria Russia, ma i problemi che abbiamo sono molto simili. Pensano di tutti all’estero e di se stessi, ma non dei propri cittadini. Ma la tassazione in Italia come la morte. Caro Diego, spero che tutto andrà bene. Alla fine del tunnel c’è sempre luce
Diego Marchiori, non so se sono ancora in tempo per la tua attività : ho avuto un contatto con ArredissimA, consorzio di oltre 700 aziende e gruppi di artigiani! Se dovessi aver bisogno di assistenza legale potrei indirizzarsi ma sono di Torino.