E’ da diversi anni che L’Officina denuncia la sottovalutazione dell’importanza della sanità da parte dello stato italiano. Basta accedere al nostro archivio per constatare che abbiamo ripetutamente denunciato l’inadeguatezza delle risorse destinate alla salute, la mancanza dei medici e il numero chiuso alla facoltà di Medicina. L’ abbiamo fatto in tempi non sospetti, quando ancora non si sapeva nemmeno che cosa fosse il covid-19. E durante il lock-down ci siamo astenuti dal ricordarlo per questioni di stile: non volevamo sembrasse uno sciacallaggio quando era primaria la lotta al virus. Ma oggi che l’allarme sta rientrando non possiamo fare a meno di ricordarlo. E non per prenderci meriti che non vogliamo, ma per tenere alta la tensione sul tema sanità, prima che torni ad essere di nuovo trascurato.
Durante la pandemia sono state destinate risorse, potenziati reparti ospedalieri, fatte assunzioni di medici e infermieri, abolito l’inutile “esame di stato” che veniva richiesto per permettere di lavorare ai medici che si laureavano nelle Università riconosciuta dallo stato. Tutte cose che si potevano fare prima.
Ora c’è un altro problema che viene affrontato nel modo sbagliato. Quello dei medici di famiglia che vanno in pensione a 70 anni lasciando scoperti dei posti strategici nella medicina territoriale, fondamentale, oltre che per la prevenzione e la cura delle cronicità, per sollevare gli ospedali dagli accessi indiscriminati.
Quando un medico di famiglia compie 70 anni è costretto ad andare in pensione anche se è ancora un valido professionista e ha voglia di lavorare. Perché, dato che mancano i medici e siamo costretti a farne venire dall’estero, non si consente con un provvedimento urgente a questi nostri medici, tra l’altro dotati di grande esperienza e quindi particolarmente utili ed efficienti, di continuare a lavorare per qualche anno? Dov’è la Fimg, il potente sindacato dei medici di famiglia? Perché no si fa sentire?

Medici di famiglia
Lettera Politica N. 824
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Egregio Danieli oggi non commento l’argomento salute, non che non sia importante. Oggi richiamo le “grida” che vogliono Assicurazioni Generali prossime alla fusione con Zurich o AXA (o tutte e tre assieme). Si oppone il vecchio Del Vecchio. L’operazione è gestita da Mediobanca. Richiamo perché la perdita di Generali arriva dopo Fiat e mille medie o piccole aziende di elevato standard produttivo e/o tecnologico. Sia per produzioni che per servizi finanziari l’Italia sarà ridotta inferiore a Spagna. 5 spanne sotto Germania e 3 sotto Francia. Il peso politico è (sarà) di conseguenza ridotto. La qualità sociale è già degradata. La nostra dirigenza politica tutta non s’accorge perché non ha testa per capire. Niente succede per caso e questo risultato lo dobbiamo ad un lucido disegno finanziario-liberista da Carli a Ciampi in giù a cui è riuscito il Colpo di Stato di Mani Pulite per abbattere i nemici (Craxi e lo stesso Andreotti) che imponevano la prevalenza della politica. Scusi la divagazione.
Con questa premessa il Recovery Fund diventa il finanziamento necessario per ristrutturre una azienda presa in liquidazione.
L’Italia è come Verona: vende i gioielli di famiglia. Così facendo ci troveremo col culo per terra.