Chiedete al primo che incontrate per strada se è giusto chiamare mamma e papà “genitore 1” e “genitore 2”. Ce ne sarà forse uno su centomila che è d’accordo. Gli altri sono per quello che da che mondo è mondo s’è sempre scritto: madre e padre. Invece il ministro degli Interni di Conte, Luciana Lamorgese, ha ripristinato l’obbligo di utilizzare l’oscena dizione “genitore 1” e “genitore 2” nei documenti ufficiali. Questa aberrante sottomissione alla logica del “politicamente corretto” era già stata inventata dal governo Renzi. Poi, giustamente, Salvini l’aveva abolita e aveva ripristinato la normalità: i genitori si chiamano “madre” e “padre”. Ma Conte ed il suo ministro degli Interni, invece di occuparsi di controllare il rispetto delle norme anti-covid e di rimuovere quei prefetti che non sono capaci di farlo, hanno il tempo di lustrare le scarpe al Pensiero Unico. Scrivere “madre” e “padre” sarebbe discriminante nei confronti delle cosiddette “coppie arcobaleno”. Il Pensiero Unico non vuole, esige la dizione “politicamente corretta” di “genitore 1” e “genitore 2”. Non fosse mai che qualcuno pensasse che per fare un figlio ci vuole un uomo e una donna! Sarebbe una discriminazione nei confronti delle coppie omosessuali. Oggi chi vuole, basta avere un po’ di soldi, può fare un figlio anche senza partner o con uno dello stesso sesso. Basta pagare. Basta trovare un utero in affitto, o andare in qualche banca del seme. Che sarà mai! In fin dei conti è un “diritto umano” anche quello di avere un figlio: il diritto alla “genitorialità”. E il diritto del figlio di avere una madre e un padre dove lo mettiamo? Con una piccola differenza: che quello alla “genitorialità” l’ha stabilito il Pensiero Unico. Quello ad avere un papà e una mamma l’ha stabilito la natura o, se si preferisce, Dio.
Se finora c’erano mille motivi per mandare a casa Conte e andare ad elezioni subito per ripristinare non solo la democrazia, ma la normalità, adesso ne abbiamo uno in più.

W MAMMA E PAPA’
Lettera Politica N. 839
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NECESSARIO “genitore 1, 2, 3”! CAMILLO BENSO ufficialmente Conte di Cavour ebbe VERO genitore (quindi UNO!) nel principe romano CAMILLO BORGHESE, maritato a Paolina Bonaparte, che gli diede il nome e lo battezzò, mantenendolo poi agli studi. Il sor BENSO, meno facoltoso conte di Cavour, diviene automaticamente il “genitore DUE”. La madre, svizzera, leggerotta, è GENITRICE UNA ! Chiaro ?
Clamoroso autogol de soliti perbenisti sinistrorsi, genitore uno e genitore 2, non sono altro che la più becera ghetizzazione della genitorialità. Chi vuole essere genitore due? io di certo no. Madre e padre, invece, sono tutti e due genitore uno!!. Taci tu che sei genitore due!!